RIALZO DEL SENO MASCELLARE
Il seno mascellare è una cavità che si trova nell’osso mascellare superiore, al di sotto dello zigomo (vedi illustrazione qui di fianco). La sua funzione è di alleggerire il peso delle ossa del cranio; è collegato alla cavità nasale ed è rivestito di una sottile membrana mucosa.
Nell’anatomia naturale, il seno mascellare si estende verso il basso fino alle radici dei denti premolari e molari superiori, fino a che questi denti sono presenti.
Perché talvolta è necessario il rialzo di seno mascellare?
L’estrazione o la perdita dei premolari e dei molari superiori causano spesso, entro qualche mese, un processo di riassorbimento dell’osso che fungeva da supporto per la radice del dente; in questo modo il seno mascellare si estende verso il basso.
Il risultato è che l’osso mascellare risulta troppo sottile per posizionare un impianto; infatti la filettatura dell’impianto cadrebbe “nel vuoto” del seno mascellare e non sarebbe sufficientemente ancorata all’osso.
La tecnica chirurgica ha risolto il problema con un’operazione che prevede lo scollamento della sottile membrana, in modo da innalzarla verso l’alto e riempire di osso sintetico la parte di seno mascellare che servirà successivamente per l’inserimento di un impianto. Infatti, dopo alcuni mesi, l’osso sintetico viene colonizzato dalle cellule dell’osso del paziente e si ottiene un osso adatto all’inserimento di un impianto, che riceve così sufficiente altezza per essere saldamente ancorato alla struttura ossea.
Ci sono controindicazioni o rischi?
Il rialzo di seno mascellare può essere eseguito con due tecniche molto differenti: il grande rialzo e il minirialzo di seno mascellare.
La tecnica classica prevede di aprire una botola laterale nell’osso del seno mascellare, per accedere alla membrana; questa viene prima scollata lateralmente, poi con uno strumento angolato la si solleva passandole sotto. Questa procedura è detta grande rialzo e presenta una serie di inconvenienti: anzitutto l’intervento è piuttosto lungo e complesso, comporta un costo elevato e rende necessaria l’assunzione di molti farmaci (antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici e cortisonici) per un periodo di tempo considerevole; inoltre c’è un discreto rischio di lacerare la sottile membrana del seno, cosa che comporta in alcuni casi il fallimento dell’intervento; infine non è da sottovalutare il fatto che in molti casi dopo l’intervento si verifica un gonfiore molto marcato nel volto, spesso accompagnato da dolore per circa 3-6 giorni, a seconda dei casi. Non deve essere dimenticato che spesso non si possono posizionare gli impianti nello stesso intervento, ma occorre aspettare da 6 a 10 mesi prima di procedere, con un secondo intervento, all’inserimento degli impianti (occorre poi aspettare altri 3-4 mesi prima di montare le corone definitive).
Per tutti questi motivi nella nostra clinica abbiamo messo a punto una serie di miglioramenti della tecnica per evitare gli inconvenienti più comuni:
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il materiale di riempimento osseo è sintetico e viene rivitalizzato con PRGF: questo evita il rischio di rigetto e di infezione del materiale, permette di utilizzarne una quantità molto minore (con abbassamento dei costi per il paziente) e rende la guarigione molto più veloce (3-4 mesi invece di 6-10)
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la membrana del seno viene protetta con membrane di fibrina ottenute dal PRGF: questo fa sì che piccole perforazioni durante l'intervento o anche tardive (a intervento finito per edema dei tessuti) non comportino alcun problema e non determinino il fallimento dell'intervento, come avviene nella metodica classica
Il minirialzo di seno mascellare: una procedura delicata, sicura e confortevole
Una tecnica chirurgica più recente si basa su un principio molto semplice: il rialzo di seno serve esclusivamente per posizionare impianti dentari; poiché per posizionare gli impianti occorre eseguire un piccolo foro in cui verrà alloggiata la filettatura della vite, perché non procedere al riempimento del seno mascellare da quel piccolo foro, invece di aprire una grande botola in un punto inutile per l’inserimento degli impianti? Il minirialzo di seno mascellare è un’operazione delicata, semplice e soprattutto confortevole per il paziente: non causa gonfiore, nè dolore nei giorni successivi all’intervento.
A seconda di quanti impianti devono essere posizionati, si eseguono dei piccoli fori fino alla membrana del seno: non si corre il rischio di lacerarla perché le frese utilizzate sono tonde in punta e non possono tagliare i tessuti molli; quando si raggiunge la membrana, con uno speciale stantuffo si spinge del materiale di riempimento che scolla gradualmente la membrana senza rischi e la rialza fino all’altezza necessaria per inserire gli impianti. In questo modo è possibile spesso inserire gli impianti già nella stessa seduta, evitando un secondo intervento e velocizzando notevolmente i tempi di guarigione (indicativamente da 4 a 8 mesi a seconda dei casi contro i 6-14 mesi richiesti dalla procedura di grande rialzo in due interventi chirurgici).
Nel nostro studio inoltre, per ottimizzare i risultati e la guarigione, all’osso sintetico vengono miscelati fattori di crescita (PRGF) prelevati dal paziente: in questo modo la guarigione avviene più velocemente, in modo naturale e senza alcun rischio di rigetto.
Tuttavia, questa metodica è utilizzabile solo qualora si possano posizionare almeno due impianti, perché permette di posizionare solo impianti più corti di quelli tradizionali e quindi è più sicuro solidalizzarli per evitare che il carico masticatorio, scaricandosi su un solo impianto, possa determinarne il fallimento tardivo con riassorbimento osseo per carico eccessivo.








